Corte di giustizia: Affidamento in house ok
Pubblicato il 11 settembre 2009
Con decisione nella causa C-573/07, la Corte di giustizia Ue si è pronunciata su una questione pregiudiziale sollevata dal Tar della regione Lombardia nell’ambito di una controversia tra una Srl lussemburghese e il Comune di Ponte Nossa, in merito all’assegnazione da parte di quest’ultimo di un appalto relativo al servizio di raccolta, trasporto e smaltimento di rifiuti urbani ad una società pubblica creata da altri enti locali e di cui il Comune stesso aveva acquistato una piccola quota azionaria. Secondo la Srl - a cui era affidato precedentemente il servizio di raccolta – l'ente comunale, con la nuova assegnazione del servizio, aveva violato l’art. 113, quinto comma, del decreto legislativo n. 267/2000, nonché gli artt. 43 CE, 49 CE e 86 CE, in quanto lo stesso non esercitava, sulla società pubblica, un controllo analogo a quello che effettuava sui propri servizi, così come richiesto per l’assegnazione diretta di un servizio ad un’impresa partecipata dall’amministrazione aggiudicatrice. I giudici europei, in particolare, hanno dato ragione al Comune affermando la compatibilità con il diritto comunitario dell'affidamento diretto di un servizio ad una spa a capitale interamente pubblico anche nel caso in cui esista la possibilità di apertura del capitale a investitori privati.
Ed infatti, continua la Corte europea, la legittimità dell'affidamento “in house” deve essere valutata sulla base della situazione vigente al momento della deliberazione dell'Ente locale affidante.