Corte dei Conti. I possibili rimedi per le compensazioni fiscali a rischio abusi
Pubblicato il 26 novembre 2013
Con la
delibera 10/2013 del 25 novembre, la Corte dei Conti – sezione centrale di controllo sulle amministrazioni dello Stato – ha analizzato i risultati della riforma introdotta nel 2010 con l’obiettivo di contrastare gli abusi in materia di compensazioni fiscali.
Dallo studio dei magistrati contabili è emersa “
una diffusa pratica di comportamenti trasgressivi”, che annualmente si traduce in un ammontare pari a circa 2/3 miliardi di euro sottratti al Fisco.
È un fenomeno talmente diffuso che, nonostante le strette operate dai Dl n.
78/2009 e n.
78/2010, ancora presenta margini piuttosto elevati rispetto a ciò che accade negli altri paesi europei. Se da una parte infatti, il giro di vite in ambito Iva ha permesso di abbattere le compensazioni del 30% su base annua, dall’altra, permangono ancora condizioni che mantengono/alimentano forme trasgressive che si sostanziano in consistenti sottrazioni d’imposta.
Come evidenziato dalla magistratura contabile, i casi più numerosi di irregolarità originano proprio dalla pratica compensativa, in cui è facile constatare ipotesi di compensazioni senza previa autorizzazione, sostanziale assenza di verifiche preventive da parte del Fisco, automatismo del sistema e scarso funzionamento del sistema di garanzie offerte dai visti di conformità, così come pure, carente risulta il controllo effettuato ex post.
L’intero sistema appare dunque debole e ricco di criticità, che diventano tanto più pericolose quanto più si intensifica il numero delle istanze.
La Corte ritiene che un possibile rimedio a tale fenomeno potrebbe giungere dall’introduzione di un sistema di fideiussioni e garanzie analogamente a quanto avviene per le istanze di rimborso Iva, oppure prevedendo controlli più serrati sulle domande di compensazioni superiori a 10mila euro o ancora obbligando i contribuenti a presentare l'elenco clienti fornitori in caso decidano di avvalersi della compensazione fiscale.