In audizione presso la commissione Finanze della Camera, Antonino Maggiore, direttore delle Entrate, ha illustrato le previsioni contenute nello schema di Atto aggiuntivo 2019 alla convenzione tra Ministero dell’Economia e delle Finanze e Agenzia delle Entrate.
Per regolamentare le attività di indirizzo e vigilanza svolte dal Mef nei confronti di Agenzia delle entrate-Riscossione, l’art. 1, comma 13, del D.L. n. 193/2016 prevede la sottoscrizione annuale di un Atto aggiuntivo alla convenzione sottoscritta dalle due parti, con l’obiettivo di definire:
i servizi dovuti, le risorse disponibili e le strategie per la riscossione;
gli obiettivi quantitativi da raggiungere in termini di economicità della gestione, soddisfazione dei contribuenti per i servizi prestati e ammontare delle entrate erariali riscosse;
gli indicatori e le modalità di verifica del conseguimento degli obiettivi;
le modalità di vigilanza sull'operato dell'Ente;
la tipologia di comunicazioni e informazioni preventive, volte ad evitare aggravi moratori per i contribuenti e a migliorarne il rapporto con l'Amministrazione fiscale.
Anche per l’esercizio 2019, gli ambiti strategici di intervento, identificati in coerenza con le previsioni dell’Atto di indirizzo del Mef per gli anni 2019-2021 e riportati nel piano annuale dell’Agenzia, sono quelli riferiti alle aree: servizi, riscossione ed efficienza.
In materia di riscossione, il piano operativo delle attività e la conseguente previsione dei volumi di riscossione per l’esercizio 2019 sono stati definiti tenendo conto dei volumi di gettito attesi garantendo, nel contempo, la salvaguardia dei crediti affidati in riscossione.
Nel corso dell’audizione di ieri a Montecitorio, il Direttore Maggiore, in qualità di presidente dell'Agenzia entrate-Riscossione, ha illustrato quali sono gli obiettivi che la stessa Agenzia punta a raggiungere complessivamente, tra riscossione ordinaria e straordinaria, nel corso del 2019.
E’ stato evidenziato come finora sono stati incassati in tutto 6 miliardi di euro: 4,3 milioni provenienti dalla riscossione ordinaria e 1,7 milioni da quella straordinaria, per lo più ottenuti tramite gli incassi da rottamazione.
Proprio la sanatoria, che consente di chiudere i conti senza sanzioni e interessi di mora, ha di fatto avuto, però, un effetto drenante sulla riscossione ordinaria.
I dati dell’ultima edizione della rottamazione mostrano la raccolta di 1,7 milioni di domande tra quelle presentate entro il 30 aprile e quelle pervenute con la finestra che si è chiusa il 31 luglio 2019.
Rispetto all’ammontare complessivo delle domande pervenute al 31 luglio, però, la percentuale dei pagamenti è risultata pari al 54,5% delle stesse. Dato quest’ultimo non del tutto soddisfacente tanto da indurre a pensare di dare una seconda chance a chi non ha versato entro i termini.
L’ipotesi allo studio è, infatti, quella di allungare i termini per i ritardatari della rottamazione-ter, ossia per coloro che hanno “saltato” la prima o unica rata del 31 luglio scorso, concedendo loro la possibilità di rientrare nella sanatoria versando entro il 30 novembre (scadenza che slitta al 2 dicembre, cadendo di sabato).
Questa nuova opportunità potrebbe essere inserita nelle prime bozze del decreto fiscale, al fine appunto di salvaguardare il gettito fiscale.
Sempre nel corso dell’audizione di ieri, Maggiore ha, poi, ricordato che lo stralcio delle mini-cartelle esattoriali vale 31 miliardi di euro.
Si tratta di un condono automatico che interessa le cartelle fino a mille euro dal 2000 al 2010.
Lo stralcio di queste mini-cartelle, tra le quali in base ad una recente sentenza della Ctr Marche sono state ricomprese anche le cartelle relative ai bolli auto non pagati nel periodo interessato, porterà, dunque, a cancellare una fetta consistente di debiti, che non saranno più riscossi perché definitivamente condonati.
Secondo Maggiore, resta però in essere anche una notevole quantità di crediti non ancora riscossi e accumulatisi dal 2000 in poi, che, secondo i dati aggiornati e presentati in audizione, dovrebbe attestarsi ad oltre 1,3 miliardi di euro.
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