Appello di penalisti e accademici al Presidente della Repubblica sulla riforma della prescrizione contenuta nel Ddl “anticorruzione”.
E’ firmato da 110 Docenti di Diritto Penale, di Procedura Penale e di Diritto Costituzionale e dall’Unione delle Camere Penali Italiane l’appello che è stato rivolto al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, perché consideri, con particolare attenzione, i profili di illegittimità costituzionale sottesi alla disposizione del Ddl “anticorruzione” di modifica dell’istituto della prescrizione del reato.
Gli avvocati e i giuristi firmatari sottopongono, così, alla prudente valutazione del Presidente “l’ipotesi prevista dalle Sue prerogative istituzionali di rinviare il testo alle Camere con messaggio motivato”.
L’appello, che porta la data del 19 dicembre - ovvero il giorno successivo al varo definitivo del Ddl in Parlamento - richiama i rilievi più volte evidenziati anche nelle varie audizioni in Commissione Giustizia alla Camera dei Deputati, rispetto all’intervento ivi contenuto che prevede la sospensione “sine die” dei termini di prescrizione del reato, a seguito della pronuncia di primo grado, sia di condanna che di assoluzione.
Un intervento – viene ribadito – che, oltre a frustrare le diverse funzioni della pena che ispirano la ratio estintiva del trascorrere del tempo, è contrario a diversi principi costituzionali e convenzionali, tra i quali:
Oltre a queste “preminenti ragioni costituzionali” si aggiungono ulteriori considerazioni di sistema, tali da giustificare la richiesta a che l’intervento in materia di prescrizione venga riconsiderato, nel contesto di una più articolata e complessiva riforma del processo penale.
L’appello è solo l’ultima delle iniziative a cui partecipano gli avvocati delle Camere penali, da subito fortemente contrari alle modifiche sulla prescrizione contenute nella novella legislativa.
Si è chiuso proprio ieri, 19 dicembre, lo sciopero di due giorni, concluso con una manifestazione nazionale a Bari, indetto dall’UCPI, proprio per protestare contro il ddl anticorruzione
Nel corso della manifestazione, il Presidente dell’Unione, Gian Domenico Caiazza, aveva tacciato come “un errore gravissimo” nonché “un segno di arroganza politica, forse anche di grande debolezza politica e culturale” quello posto in essere nel mettere mano ad una riforma di questa importanza avendo tutta la comunità dei giuristi.
Una riforma, quella sulla prescrizione, rispetto alla quale ha più volte espresso la propria contrarietà anche l’Organismo Congressuale Forense e tutta l’Avvocatura italiana.
E’ proprio di ieri un comunicato dell’OCF in cui viene preso atto dell’avvenuta approvazione della riforma della prescrizione penale, una riforma ivi definita “aberrante” nonché “sicuramente minata da violazioni di rilievo costituzionale” e contrastante “con i principi di civiltà”.
L’Organismo, nel contestare metodo e merito seguito nella vicenda dal Guardasigilli e dalla maggioranza di governo, ha così preannunciato che assumerà “le più opportune iniziative affinché l’Avvocatura italiana si mobiliti per fare in modo che tale disposizione sia prontamente modificata prima della sua entrata in vigore, invitando tutte le componenti dell’Avvocatura ad agire unitariamente in tal senso”.
Si segnala che anche il CSM è da ultimo intervenuto sul tema della riforma della prescrizione, evidenziando, in un parere assunto dal Plenum il 19 dicembre, diversi rilievi e criticità.
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