La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 17829 depositata il 9 settembre 2016, sancisce che è da considerare illegittima la rettifica di un credito in dichiarazione, nel caso in cui esistendo dubbi su aspetti rilevanti, l'ufficio non abbia convocato preventivamente il contribuente per un confronto. Ciò alla luce del fatto che lo Statuto del contribuente impone proprio l'obbligo del contraddittorio, a pena di nullità.
La Suprema Corte accogliendo il ricorso di un contribuente che lamentava il fatto che l'Agenzia delle Entrate pretendeva delle somme da una società senza alcun confronto preventivo, sottolinea proprio come l'articolo 6 dello Statuto – secondo cui prima di procedere alle iscrizioni a ruolo derivanti dalla liquidazione di tributi risultanti da dichiarazioni, in caso di incertezze su aspetti rilevanti della dichiarazione, l'Amministrazione finanziaria deve invitare il contribuente a fornire i chiarimenti necessari o a produrre i documenti – abbia natura procedimentale.
Pertanto, la disposizione di tale articolo è immediatamente applicabile anche in relazione a rapporti già insorti e indipendentemente dall'anno d'imposta cui si riferiscono i provvedimenti.
Nella sentenza n. 17829/2016, infatti, i giudici evidenziano come la rettifica operata sul credito dal Fisco riguardava un aspetto “rilevante” della dichiarazione e, di conseguenza, l'ufficio, prima di procedere, avrebbe dovuto preventivamente invitare il contribuente a fornire gli opportuni chiarimenti.
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