Come accertare, nei rapporti bancari di conto corrente, il dare-avere tra la banca e il correntista una volta che sia stata esclusa la validità della pattuizione di interessi ultralegali o anatocistici e si riscontri la mancanza di una parte degli estratti conto, il primo dei quali, però, rechi un saldo iniziale a debito del cliente?
Lo ha chiarito la Corte di cassazione nel testo della sentenza n. 11543 del 2 maggio 2019, enunciando, in proposito, alcuni principi di diritto.
La Suprema corte, in primo luogo, ha precisato che occorre distinguere il caso in cui il correntista sia convenuto da quello in cui sia attore in giudizio.
Così, nella prima ipotesi, l'accertamento del dare e avere può attuarsi con l'impiego di ulteriori mezzi di prova idonei a fornire indicazioni certe e complete che diano giustificazione del saldo maturato all'inizio del periodo per cui sono stati prodotti gli estratti conto.
In detto contesto, possono essere valorizzati anche quegli elementi, come ad esempio le ammissioni del correntista stesso, “atti quantomeno ad escludere che, con riferimento al periodo non documentato da estratti conto, questi abbia maturato un credito di imprecisato ammontare (tale da rendere impossibile la ricostruzione del rapporto di dare e avere tra le parti per il periodo successivo), così che i conteggi vengano rielaborati considerando pari a zero il saldo iniziale del primo degli estratti conto prodotti; in mancanza di tali dati la domanda deve essere respinta”.
Nell’ipotesi di domanda proposta dal correntista, l'accertamento può attuarsi:
Diversamente – conclude la Corte - i conteggi si devono elaborare partendo da tale saldo debitore.
Ai sensi dell'individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei dati personali - Regolamento (UE) n.2016/679 (GDPR)
Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei "social plugin".