La richiesta ad un professionista di prestare, per conto di un contribuente, la propria consulenza e rappresentanza dinnanzi agli uffici dell’agenzia delle Entrate impone l’applicazione dell’imposta di bollo su tutti gli atti che solitamente risultano esenti da quel tributo come - ad esempio - interpelli, accertamenti con adesione, rimborsi.
Ciò si rende necessario in quanto con la sottoscrizione della firma in calce alla procura, con cui il contribuente incarica il professionista di rappresentarlo nei rapporti con l’Amministrazione finanziaria, si incorre in un caso di autentica di atto pubblico che richiede l’applicazione dell’imposta di bollo pari a 14,62 euro. Anche in ipotesi di procura apposta in calce o ai margini del ricorso tributario va versata l’imposta di bollo nella misura indicata, che va ad aggiungersi eventualmente a quelle dovute per il ricorso.
La precisazione è stata resa dalla Direzione regionale dell’Emilia Romagna con la nota operativa del 13/9/2010, indirizzata a tutti gli uffici delle Entrate.
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