Marina Calderone, in qualità di presidente del Cup, è stata intervistata per conoscere il suo parere sulle ultime vicende che hanno interessato la riforma delle professioni durante i mesi estivi.
Per la Calderone, l’intervento della direttiva servizi ha definitivamente messo fine alle polemiche suscitate dalla precedente direttiva qualifiche, riconoscendo a chi non ha seguito l’iter previsto dalla legge per accedere ad una attività professionale (laurea, praticantato ed esame di stato), l’impossibilità di rivendicare l’esercizio delle attività non riservate svolte dagli iscritti ad un Ordine professionale che sono riconosciute, ora, come delle competenze tipiche che caratterizzano la professione stessa.
Prima della citata direttiva servizi, questa tesi era vista come una rivendicazione lobbistica delle professioni. Ora, non più.
Dunque, la questione del riconoscimento arbitrario alle associazioni senza albo dovrebbe considerarsi conclusa. Infatti, l’inserimento nel nostro sistema giuridico di una sorta di regolamentazione surrettizia dei lavoratori privi di albo non farebbe altro che creare delle forti perplessità ai giovani con il rischio di creare un mercato distorto delle professioni. Per la Calderone, quindi, il quadro giuridico appare chiaro e non si ravvisa la necessità di altri interventi.
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