Nuovo capitolo sulla vicenda delle concessioni demaniali marittime.
Le Sezioni Unite civili della Cassazione, con sentenza n. 32599 del 23 novembre 2023, hanno accolto il ricorso delle associazioni di categoria dei balneari e della Regione Abruzzo che lamentavano di essere state ingiustamente estromesse dal giudizio in appello svoltosi davanti al Consiglio di Stato.
La decisione impugnata è la sentenza pronunciata dal CdS, in adunanza plenaria, n. 18/2021, con la quale - si rammenta - era stato dichiarato che la proroga automatica delle concessioni demaniali marittime fosse in contrasto con le norme Ue e andasse disapplicata.
Le SS. UU., nel dettaglio, hanno accolto la specifica doglianza con cui le ricorrenti hanno lamentato che il Consiglio di Stato avesse immotivatamente dichiarato inammissibili i loro interventi ad opponendum, tempestivamente proposti nella fase del giudizio di secondo grado.
Il Collegio di legittimità, sul punto, ha ritenuto che fosse configurabile un diniego o rifiuto di giurisdizione basato su valutazioni che, negando in astratto la legittimazione degli enti ricorrenti a intervenire nel processo, "conducono a negare anche la giustiziabilità degli interessi collettivi (legittimi) da essi rappresentati, relegandoli in sostanza al rango di interessi di fatto".
La sentenza impugnata, ciò posto, è stata giudicata come affetta dal vizio di eccesso di potere, denunciato sotto il profilo dell'arretramento della giurisdizione rispetto ad una materia devoluta alla cognizione giurisdizionale del giudice amministrativo.
Di conseguenza, la sentenza impugnata è stata cassata, con rinvio al Consiglio di Stato.
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