Commissione Anagrafe tributaria, proposte dei Consulenti sulla semplificazione fiscale

Pubblicato il 30 aprile 2015 “Gli interventi normativi degli ultimi anni, hanno creato benefici quasi esclusivi per l’Amministrazione finanziaria, attribuendo adempimenti, costi rischi e responsabilità al cittadino-contribuente e conseguentemente ai professionisti che lo assistono”.

Questo uno stralcio della premessa che accompagna il testo presentato dai Consulenti del lavoro in audizione presso la Commissione di vigilanza sull'anagrafe tributaria, il giorno 29 aprile 2015, per illustrare alcune proposte di modifica in materia fiscale.

La Categoria non condanna gli sforzi di semplificazioni portati avanti negli ultimi anni dal Fisco; anzi viene esaltato proprio il ruolo precursore dell’Amministrazione finanziaria in tal senso, ciò che non piace è come tutto questo si sia tradotto, nel tempo, in un trasferimento di sempre maggiori adempimenti e responsabilità ad imprese e professionisti.

Dunque, semplificazione sì, ma a patto che essa non venga “calata dall’alto”, ma nasca dai bisogni e dalla condivisione con chi gestisce tali adempimenti e subisce le problematiche.

Le doglianze dei Consulenti

Gli argomenti portati ad esempio dai Consulenti del lavoro sono molteplici e spaziano dal Modello 730 precompilato, che esordisce quest’anno per i redditi del periodo d’imposta 2014, alla Certificazione Unica 2015, che ha sostituito il modello Cud proprio in nome della semplificazione, ma con una certificazione molto più complessa.

Sotto esame poi anche il Modello 770, la fattura PA e la conservazione sostitutiva, il POS e le limitazioni all’uso del contante, lo spesometro e gli studi di settore.

Proprio con riferimento a quest’ultimi, i Consulenti del lavoro auspicano una sospensione degli studi di settore per almeno tre anni. Di fronte al perdurare della crisi economica, che sta colpendo trasversalmente tutte le fasce della popolazione italiana, servono infatti provvedimenti concreti che portino sollievo ai cittadini. Perciò, se da una parte è comprensibile la necessità dell’apporto di imposte per mantenere in piedi il sistema, dall’altra è “anacronistico mantenere in vigore gli studi di settore che stabiliscono induttivamente un volume d’affari più elevato dell’effettivo”.

L’auspicio dei Consulenti è che la legislazione in materia fiscale torni a mettere al centro i principi fondamentali dello Statuto del contribuente e ripristinare un carattere di proporzionalità degli adempimenti, così da consentire ai professionisti di poter assolvere le proprie funzioni in maniera dignitosa.
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