Collegio sindacale. Revisione differenziata nelle Pmi con principi ad hoc
Pubblicato il 23 marzo 2011
Nel corso del X Forum che si è tenuto ieri a Milano, a cura della Scuola di alta formazione dell'Odcec milanese, è stato affrontato ancora il tema del ruolo dei collegi sindacali alla luce delle nuove norme di comportamento approvate dalla categoria il 15 dicembre 2010 ed entrate in vigore dal 1° gennaio 2011.
Lo stesso Siciliotti ha voluto ribadire l'importanza operativa che tali norme assumono nel guidare l'attività dei professionisti che ricoprono incarichi sindacali. “
Si tratta - ha detto -
di norme di carattere deontologico….. e quindi come tali soggette alla vigilanza degli ordini territoriali nei confronti degli iscritti. Per la loro messa a punto abbiamo scelto la strada del dialogo, rendendo visibili in consultazione i documenti, e abbiamo introdotto il concetto dell'approccio al rischio”.
Nell’affrontare il dibattito sulle norme già approvate e quelle che entreranno in vigore prossimamente, si è sottolineata la difficoltà di fare revisione nelle Pmi, dove è più facile incontrare problemi legati ai maggiori costi e alle complessità amministrative.
Di qui, la proposta di Mario Boella, presidente Assirevi, che ha sottolineato come “
potrebbe essere ragionevole ipotizzare, per determinate categorie dimensionali di società di capitali, l'introduzione di un controllo contabile meno oneroso rispetto a quello completo; per esigenze di trasparenza, tuttavia, occorrerebbe attribuire a tale forma di controllo una denominazione che eviti qualsiasi confusione con l'attività di auditing”.
Infatti, proprio il fatto che finora non esistono principi di revisione differenziati per le grandi e le piccole società costituisce uno degli aspetti più problematici dell’attività di controllo svolto dal collegio sindacale, chiamato ora ad affrontare anche il nuovo ruolo di revisore legale.