Collaborazioni sportive: sospesa la presentazione del Libro Unico del Lavoro

Pubblicato il 31 gennaio 2024

E' dura la vita dei consulenti del lavoro alle prese con la disciplina del lavoro sportivo.

La tanto attesa riforma stenta infatti a decollare.

A breve giro dalla pubblicazione del nostro articolo “Sportivi. LUL e comunicazioni obbligatorie: attenzione alle scadenze”, in cui sono illustrati gli adempimenti da effettuare entro il 30 gennaio 2024 relativi alla presentazione del Libro unico del Lavoro per le collaborazioni sportive, l’Ispettorato nazionale del lavoro ha dunque disposto la sospensione del termine stesso proprio il 30 gennaio 2024, con la circolare n. 1.

Vediamo perché.

Motivi della sospensione del termine

E’ l’art. 28, comma 4, del D.Lgs. n. 36/2021 a prevedere che, per le collaborazioni sportive, l'obbligo di tenuta del libro unico del lavoro può essere adempiuto in via telematica all'interno di apposita sezione del Registro delle attività sportive dilettantistiche.

Il successivo comma 5 prevede però l’adozione, ai fini dell’efficacia della disciplina, di apposito D.P.C.M. ancora in via di emanazione.

L’assenza del D.P.C.M. non consente, dunque, di individuare con chiarezza le modalità di tenuta e scritturazione dei collaboratori all’interno del Libro Unico del Lavoro, anche ai fini dell’applicazione delle sanzioni di cui all’art. 39, commi 6 e 7, del decreto legge n. 112/2008.

Ne deriva, prosegue l’Ispettorato, che il termine del 30 gennaio 2024 di iscrizione sul Libro Unico del Lavoro delle collaborazioni intrattenute nel 2023 non può evidentemente trovare applicazione.

Qualche considerazione

Senza dubbio il riordino della disciplina del lavoro sportivo è frutto di un meritevole lavoro, volto a ricondurlo nell’ambito del lavoro ordinario con tutti i diritti e le tutele che ne derivano.

La riforma, in vigore dal 1° luglio 2023, segna perciò un passo fondamentale per migliaia di lavoratori fino ad allora inseriti in situazioni lavorative dai confini incerti e spesso privi di qualsiasi protezione sociale.

Sul fronte però della gestione degli adempimenti da parte dei datori di lavoro, anch’essa fondamentale, c’è una carenza di attuazione della normativa che sarebbe urgente colmare proprio perché i diritti e le tutele siano resi effettivi e attuabili.

Ma questo dell’attuazione pratica della normativa è un problema generale del nostro ordinamento, purtroppo riscontrato in altre riforme per altri settori (quello degli appalti, per dirne uno).

Già nel mese di novembre 2023 la Fondazione studi dei consulenti del lavoro aveva manifestato tutte le proprie perplessità in ordine all’attuazione della tanto sospirata riforma del lavoro sportivo (si veda l’articolo “Criticità e adempimenti del lavoro sportivo secondo i consulenti del lavoro”) evidenziando in modo lungimirante come, soprattutto per le comunicazioni obbligatorie, fosse quanto mai necessaria l’emanazione del Dpcm che però, ad oggi, ancora è latitante nel nostro ordinamento.

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