Con il messaggio del 24 marzo 2023, n. 1165 (non pubblicato sul sito istituzionale), l’Inps rende noti i coefficienti di rivalutazione delle retribuzioni e dei redditi pensionabili e il coefficiente di rivalutazione per i montanti contributivi di cui alla legge 8 agosto 1995, n. 335.
L’Istat ha comunicato al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali che il tasso medio composto di variazione del prodotto interno lordo nominale, nei cinque anni precedenti il 2022, risulta pari a 0,009973 e, pertanto, il coefficiente di rivalutazione risulta pari a 1,009973.
Si specifica che, in riferimento all’anno precedente, l’Istat rileva una variazione del prodotto interno lordo, nei cinque anni precedenti il 2021, negativa pari a -0,000215, che ha determinato un coefficiente di rivalutazione del montante contributivo pari a 0,999785.
Tuttavia, in considerazione dell’articolo 5 del decreto legge 21 maggio 2015, n. 65, il tasso di rivalutazione del montante contributivo per il 2021 fu posto pari ad 1 (salvo il successivo recupero da effettuare sulle rivalutazioni seguenti).
Pertanto, il coefficiente di rivalutazione per l’anno 2022 calcolato dall’Istat (1,009973) va moltiplicato per il tasso di rivalutazione del montante per l’anno 2021 calcolato dall’Istat, il quale non tiene conto della predetta disposizione di legge, pari a 0,999785.
A seguito di tale operazione, il coefficiente di rivalutazione del montante contributivo per l’anno 2022 è determinato nella misura pari a 1,009756, da applicare al montante accumulato alla fine dell’anno 2021, con effetto, dunque, per le pensioni da liquidare con decorrenza nel 2023.
Si evidenzia che, in merito al montante per le pensioni con decorrenza nel 2023 dovrà essere aggiunta la contribuzione relativa all’anno 2022 e all’anno 2023, anteriore alla decorrenza della pensione.
Altresì, l’Inps rende noti:
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