L'audizione del Cndcec alla Commissione Giustizia del Senato è stato il momento per il Consiglio nazionale di evidenziare come il passaggio parlamentare sia un'occasione imperdibile per migliorare il Codice delle leggi antimafia.
Il Ddl, già approvato alla Camera, rimedia a molte criticità presenti nell’attuale Codice, ma contiene anche previsioni da superare, soprattutto quelle relative al ruolo dell’amministratore giudiziario e ai criteri della sua nomina e al ruolo dell’Agenzia Nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (A.N.B.S.C.).
Dal presidente nazionale della categoria, Gerardo Longobardi, arriva l'elenco delle regole da cambiare:
“sono state inserite delle previsioni che penalizzano fortemente l’amministratore giudiziario, una figura fondamentale per garantire un’efficace gestione dei beni. Non si comprende - se non in un'ottica punitiva - per quale motivo l’amministratore nelle misure ex art. 34 debba assumere su di sé senza percepire emolumenti, come prevede il testo, le gravose e aggiuntive responsabilità connesse agli organi di amministrazione e agli altri organi sociali”;
il singolo amministratore giudiziario potrà assumere un numero di incarichi aziendali “comunque non superiore a tre”: è una disposizione che “risulta mal formulata, illogica e affetta ab origine da illegittimità costituzionale e che esprimere un’evidente diffidenza verso la categoria degli amministratori giudiziari e verso il tribunale che li nomina”;
l’introduzione di una nuova tipologia di amministratore giudiziario quale quella del dipendente della società Invitalia S.p.A., cui andrebbero gli incarichi nei casi in cui il sequestro o la confisca riguardino “aziende di straordinario interesse socio-economico”, non sembra opportuna stante l’elevato tecnicismo della materia: l’amministratore giudiziario deve essere necessariamente un libero professionista qualificato (avvocato o dottore commercialista) e non “un dipendente pubblico e/o di una società partecipata, anche per i possibili conflitti di interesse che potrebbero in concreto configurarsi”.
Longobardi chiede di tornare alla proposta formulata dalla Commissione Antimafia alla Camera “che mirava all’introduzione di un opportuno e necessario limite qualitativo, e non quantitativo, al cumulo degli incarichi”.
Per quanto riguarda l’Agenzia Nazionale si insiste nella proposta che la stessa dovrebbe assumere la competenza gestoria e quella relativa alla destinazione dei beni soltanto con la confisca definitiva.
Il Ministero della Giustizia, con una nota del 23 maggio 2016, informa che dal 30 maggio 2016, gli amministratori giudiziari potranno iscriversi all’Albo solo online attraverso il portale dei servizi telematici della giustizia.
Chi ha già presentato la domanda in forma cartacea deve inviarla nuovamente.
È attivo un help desk al numero 0685271245 per dare assistenza tecnica a chi ne avesse bisogno.
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