Cnf decisamente contrario ai tagli dei tribunali
Pubblicato il 13 luglio 2012
Il Consiglio nazionale forense rende noto il proprio disappunto rispetto allo schema del Decreto legislativo di revisione delle circoscrizioni giudiziarie a cui il Consiglio dei ministri ha dato il via libera il 6 luglio scorso.
Secondo gli avvocati del Cnf – si legge in un comunicato diffuso nel sito del Consiglio - un intervento di tale portata, incidendo in un servizio essenziale per lo Stato come quello della Giustizia,
“avrebbe comportato una istruttoria ben più approfondita, verificando i costi standard di ogni sede giudiziaria, il fabbisogno standard e anche l’efficienza delle singole sedi giudiziarie in termini di sopravvenienze/capacità di smaltimento”.
Per contro, la proposta del ministero della Giustizia sarebbe fondata esclusivamente su criteri astratti,
“che non tengono conto delle singole realtà territoriali, omettendo di calcolare i costi che deriveranno dall’accorpamento delle sedi”.
Dai dati che emergono da un gruppo di lavoro che unisce Cnf ed Anci è, addirittura, risultato che i criteri utilizzati dal dicastero, tra cui quello su base provinciale, farebbero riferimento ad una vecchia organizzazione dello Stato,
“risalente alla geografia amministrativa dello stato sabaudo preunitario del 1859, e chiedono che la nuova geografia degli uffici giudiziari sia aderente alla geografia delle nuove province e quindi degli altri uffici territoriali di governo sul territorio”.
I rapporti tra Cnf ed il ministro della Giustizia, Paola Severino, sono tesi anche con riferimento al Regolamento sulle professioni tanto che all’incontro tra il Guardasigilli e gli Ordini tenutosi il 12 luglio, il presidente del Cnf, Guido Alpa, non si è nemmeno presentato.