Cndcec/FNC: Cura Italia e decreto Liquidità, l’accesso al credito

Pubblicato il 15 aprile 2020

Cndcec e FNC - Fondazione Nazionale dei Commercialisti - hanno reso disponibile un documento sui principali interventi per l’accesso al credito, contenuti nel Cura Italia e nel decreto Liquidità, che da parte della Commissione Europea hanno ottenuto l’autorizzazione necessaria per garantire la piena operatività.

Nel lavoro - “Principali interventi per favorire l’accesso al credito contenuti nel D.L. 17 marzo 2020 n. 18 c.d. ‘Cura Italia’ e nel D.L. 8 aprile 2020 n. 23 c.d. ‘Liquidità’” - si premette che:

Cura Italia e decreto Liquidità. Accesso al credito aziende e professionisti

Le principali misure per l’accesso al credito di aziende e professionisti messe in campo dal Governo:

  1. potenziamento del Fondo centrale di garanzia PMI, rivolto a lavoratori autonomi, professionisti e imprese fino a 499 dipendenti per favorire l’erogazione a loro favore, da parte dei soggetti finanziatori, di prestiti garantiti fino a 5 milioni di importo;
  2. nuova garanzia Sace, a copertura di finanziamenti bancari, prevista sia per le imprese di grande dimensione, sia per i soggetti che abbiano esaurito il proprio plafond presso il Fondo centrale di garanzia PMI;
  3. altri interventi, come moratorie sui finanziamenti in essere, strumenti a supporto dell’internazionalizzazione, sospensione dei mutui finalizzati all’acquisto della prima casa attraverso il c.d. fondo Gasparrini e così via.

Nello studio, Fnc focalizza l’attenzione sulla necessità di un’attenta pianificazione delle dinamiche finanziarie aziendali, dotandosi di adeguati strumenti e competenze, per garantire il fabbisogno finanziario necessario a sostenere la gestione operativa, nonché l’effettiva capacità di rimborso prospettica degli impegni assunti.

Infatti, gli interventi descritti sono in massima parte basati su iniezioni di risorse finanziarie veicolate da istituti di credito e garantite dallo Stato e, di conseguenza, possono comportare un incremento dell’indebitamento delle imprese che potrà essere particolarmente rilevante.

Dunque, solo l’attenta pianificazione riuscirà a garantire il fabbisogno finanziario necessario a sostenere la gestione operativa, nonché l’effettiva capacità di rimborso prospettica, per evitare situazioni di tensione finanziaria tali da non riuscire a tener fede agli impegni di rimborso nei termini previsti: gli effetti di decisioni non supportate da un’adeguata pianificazione finanziaria potrebbero tradursi in un deterioramento dei ratios patrimoniali con conseguenze negative in termini di rating e pregiudizio nel futuro accesso al credito.

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