Il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, in audizione in Commissione bicamerale permanente di vigilanza sull’anagrafe tributaria in merito alla riforma della fiscalità immobiliare (pensata dalla L. 244/2007), ha presentato un documento che pone l’accento su alcuni interventi urgenti sul tema: riforma del catasto, valorizzazione ridotta ai fini delle imposte di possesso degli immobili soggetti a inutilizzo prolungato, estensione generalizzata del meccanismo del «prezzo – valore», parità di trattamento ai fini delle imposte sui redditi degli immobili utilizzati nell'esercizio di imprese e nell'esercizio di arti e professioni, riaccorpamento della Tasi nell'Imu, integrale deducibilità dell'Imu ai fini delle imposte sui redditi.
I punti evidenziati, spiega il Cndcec nel documento, “potrebbero essere oggetto di una più ampia e articolata riforma della fiscalità immobiliare nell'ottica dell'equità, della semplificazione e del rilancio del settore”.
La crisi immobiliare è un dato di fatto.
In tale ambito, la penalizzazione della maggiorazione di un terzo della base imponibile, mediante un aumento della base imponibile figurativa applicata sui cosiddetti “immobili a disposizione”, rappresenta un ulteriore, rispetto alla crisi, disincentivo all’investimento immobiliare.
Altra disparità è evidenziata in merito al trattamento fiscale tra immobili strumentali per l’esercizio di un’attività d’impresa e quelli a servizio di una attività di lavoro autonomo: pieno riconoscimento del costo di acquisto per le imprese, attraverso l’ammortamento annuale, regime di indeducibilità totale (dal 2010) per i lavoratori autonomi, anche se la successiva cessione non determina plusvalenze o minusvalenze fiscalmente rilevanti.
"Pensiamo sia arrivato il tempo di rimuovere l’incomprensibile disparità di trattamento fiscale che caratterizza gli immobili strumentali per l’esercizio di un’attività di impresa e gli immobili strumentali per l’esercizio di un’attività di lavoro autonomo", si legge nel documento.
Il Cndcec propone la parificazione del trattamento, ossia quello degli imprenditori individuali ex art. 65 del TUIR, per entrambe le categorie.
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