Presso la Commissione Giustizia della Camera è in corso l'esame, in sede referente, del disegno di legge recante disposizioni in materia di azione di classe; entro il 19 settembre potranno essere presentati i relativi emendamenti.
Sul testo di riforma è stato dato avvio ad alcune audizioni di esperti, compresi i rappresentanti del Consiglio nazionale dei consumatori e degli utenti (CNCU), di Confindustria e di Confcommercio.
Il provvedimento riproduce il testo già approvato dalla Camera nella scorsa legislatura ed è volto a modificare la vigente disciplina dell’azione di classe attraverso il potenziamento di questo strumento, allargandone il campo di applicazione sia dal punto di vista soggettivo sia da quello oggettivo.
In primo luogo, la proposta di legge sposterebbe la disciplina della class action dal Codice del consumo (Decreto legislativo n. 206/2005) al Codice di procedura civile, ammettendo l’accesso a questo strumento, non più ai soli consumatori, bensì a tutti coloro che avanzino pretese risarcitorie causate da illeciti plurioffensivi rispetto ai quali vi sia omogeneità dei diritti tutelabili.
Tre le fasi della procedura:
Per quel che riguarda il versante oggettivo, viene prevista la possibilità di esperire azione di classe a tutela dei diritti individuali omogenei nelle ipotesi di responsabilità da fatto illecito.
In particolare, la class action può essere attivata nei confronti di imprese ovvero di enti gestori di servizi pubblici o di pubblica utilità, relativamente a fatti cagionati nello svolgimento delle loro rispettive attività.
Tra le altre misure, si segnala la previsione secondo cui, con la sentenza che accoglie l’azione di classe, il tribunale dichiara aperta la procedura di adesione e fissa il termine perentorio, non superiore a centottanta giorni, per l’adesione all’azione di classe da parte dei soggetti portatori di diritti individuali omogenei.
Nell’ambito delle audizioni che, come detto, sono attualmente in corso, sono stati ascoltati i rappresentanti di Confindustria che, si rammenta, si erano già espressi negativamente su alcune delle misure proposte.
È stata così rinnovata la preoccupazione rispetto all’estensione dell’ambito soggettivo e oggettivo dell'azione di classe, che, secondo Confindustria, andrebbe limitata.
L’ampliamento sui due fronti – è stato sottolineato – consentirebbe l’utilizzo della class action per tutelare qualsiasi diritto individuale e per il risarcimento di qualsiasi danno ingiusto.
L’azione di classe, inoltre, oggi circoscritta alle utilities e alle imprese produttrici di beni di largo consumo, sarebbe azionabile anche nei confronti delle piccole e medie imprese.
Perplessità sono state avanzate anche per quel che riguarda il meccanismo di adesione che permette di aderire alla classe anche dopo la decisione di merito.
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