Cessata attività, la partita Iva resta aperta per la riscossione dei compensi
Pubblicato il 18 novembre 2014
Sono da assoggettare ad Iva i compensi percepiti dal professionista che ha chiuso l'attività e la partita Iva? È la
questione rimandata dalla Cassazione – sesta sezione civile, con l'ordinanza
24432 del 17 novembre 2014 -
alle Sezioni unite.
Non essendoci pronunce in merito delle Sezioni unite, la Cassazione, pur ritenendo che si debba seguire la prassi delle Entrate (ris
232 del 2009), chiede il giudizio della sezione più autorevole della Corte suprema.
Si ricorda che,
secondo la prassi delle Entrate, i compensi per le prestazioni incassati dai professionisti dopo la cessazione dell'attività rilevano ai fini Iva e non sono redditi diversi: la cessazione dell'attività coincide con l'estinzione di tutti i rapporti giuridici e la dismissione dei beni strumentali, potendosi
ritenere cessata solo l'attività che ha definito tutti i rapporti giuridici pendenti.
Ai fini della non fatturabilità delle somme percepite per prestazioni inerenti all'attività chiusa - imponibili nel momento della loro maturazione - non basta, dunque, la cessazione dell'attività professionale. Il professionista ha chiuso troppo presto la partita Iva.