Cedolare secca anche agli affitti turistici conclusi mediante agenzia

Pubblicato il 13 marzo 2014 Il Mef nel rispondere ad alcune interrogazioni parlamentari tenutesi in Commissione finanze della Camera, nella seduta del 12 marzo 2014, ha sciolto alcuni dubbi circa la corretta applicazione della cedolare secca sugli affitti.

Nel primo question time, il presidente della Commissione Finanze della Camera, Daniele Capezzone, ha chiesto spiegazioni circa la possibilità di applicare il regime della cedolare secca ai contratti di locazione di immobili ad uso turistico anche nel caso in cui il proprietario si avvalga di una agenzia di mediazione immobiliare. Il timore era quello di una possibile disparità di trattamento a seconda che il contratto fosse concluso direttamente con il proprietario dell’immobile oppure con una agenzia di mediazione immobiliare.

Il sottosegretario Zanetti ha precisato che, dato che l’Agenzia delle Entrate ha riconosciuto la cedolare secca per i contratti turistici sottoscritti da un’agenzia “per finalità abitative a soggetti che non esercitino attività di impresa, o arti o professioni”, analogamente - ferma restando tale condizione - è possibile l’applicabilità della cedolare secca anche nell’ipotesi in cui l'agenzia agisce non in nome e per conto del cliente, ma in nome proprio.

Nella seconda risposta, invece, si è tentato di chiarire gli effetti finanziari derivanti dall’applicazione del regime della cedolare secca. L’aumento dell’aliquota dall’attuale 21% al 23% sembra non pregiudicare l’appeal del regime agevolativo. Secondo il Mef, tale variazione di aliquota non comporta sostanziali mutamenti nella platea dei soggetti che vi hanno optato, con un conseguente incremento del gettito erariale di 97,9 milioni di euro nell’anno 2014 e di 103 milioni di euro nel biennio 2015/2016.
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