CdL. Ecco cosa pensano della riforma del lavoro targata Renzi
Pubblicato il 08 aprile 2014
La Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro ha comunicato i
risultati di un’indagine, effettuata distribuendo fra i consulenti del lavoro un
questionario sulla riforma dei contratti a termine, dell’apprendistato e del DURC, oggetti di modifiche ad opera del D.L. n.
34/2014 (consulta anche l’articolo di Edicola: “
Dl 34/2014. Novità opportune e novità da chiarire. Giudizio della Calderone”).
Positiva è stata la valutazione sul nuovo
contratto a termine acausale, motivata soprattutto dall’aumento della flessibilità (46%), dal previsto ridimensionamento del rischio di contenzioso del lavoro (41%) e dal fatto che tale contratto permette di fatto un periodo lungo di prova (12%).
Negativamente è stato, invece, valutato il
limite del 20% (29%).
Per quanto concerne l’
apprendistato, le nuove modifiche non sembrano aver incentivato il ricorso a tale tipologia contrattuale, tanto che il 29% dei consulenti del lavoro non lo consiglierebbe a causa della difficoltà ad orientarsi tra normativa regionale e disciplina dei contratti di lavoro nazionali (44%) e perché la normativa è troppo incerta (36%).
Ben il 64% dei consulenti del lavoro ritiene che rendendo facoltativa la formazione possa crearsi un conflitto di competenze tra Stato e Regioni.
E' netta, infine, la posizione negativa dei consulenti del lavoro sul
DURC e per il 67% le nuove linee guida per la revisione della regolarità contributiva riferite all'interrogazione degli archivi degli enti sono insufficienti.
Ad essere chiamata in causa è l’incomunicabilità con Inps e Inail (45%) e l’inaffidabilità degli archivi di Inps, Inail e Cassa edile (32%).
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