I ministri della Giustizia, Andrea Orlando, e delle Politiche agricole, Maurizio Martina, hanno presentato un pacchetto di nuove misure in tema di lotta al caporalato, punito con l'art. 603-bis del codice penale. Si tratta di quattro proposte normative che saranno inserite all'interno del ddl n.1138, all'esame della commissione giustizia della camera, in materia di prevenzione e confisca, in attesa dei lavori della Cabina di regia della Rete del lavoro agricolo di qualità. Alla base il ragionamento indicato dal Ministro Orlando: “un corrotto ha relativamente poco paura di farsi un mese di carcere se si riesce a mettere in tasca qualche milione di euro, ha paura se si minaccia di portargli via i soldi”.
Tra le misure:
- il reato di intermediazione illecita (caporalato) rientrerà tra i reati per i quali può scattare la confisca estesa o allargata;
- i caporali e le imprese saranno responsabili in solido per lo sfruttamento illecito della manodopera agricola.
Dunque, la confisca dei beni riguarderà quelli del caporale e quelli utilizzati per il compimento del reato, nonché quelli delle aziende che traggono vantaggio e si avvalgono del lavoro nero. È la confisca per sproporzione spiegata dal ministro Orlando: “ti confisco il patrimonio quando non sai dimostrare come lo hai accumulato.” Quanto ai tempi, lo stesso ministro ipotizza: “è un provvedimento che ha una spinta oggettiva e dovrebbe procedere con rapidità”.
L'intervento prevede anche una disciplina generale per il risarcimento delle vittime. Uno strumento che consente di intervenire in via riparatoria per chi ha subito questa forma di delitto.
Ed il ministro Martina, contro il caporalato, immagina task force territoriali.
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