Bonus investimenti, incentivo esteso ai pezzi di ricambio

Pubblicato il 08 aprile 2015 Dopo l’intervento dell’Agenzia delle Entrate (circolare n.5/2015) sulle principali novità del credito d’imposta del 15% per gli investimenti in beni strumentali nuovi, molte problematiche connesse a questo nuovo bonus, introdotto dal Dl 91/2014, erano rimaste ancora aperte.

A far chiarezza su alcuni aspetti dell’agevolazione, come per esempio i pezzi di ricambio, ha pensato Assonime con la circolare n. 9/2015.

Materiali di ricambio

L’Associazione, tra l’altro, si è occupata di chiarire se i suddetti materiali di ricambio siano da escludere o meno dall’agevolazione in oggetto.

Dopo aver specificato che il credito d’imposta del 15% interessa gli investimenti in beni inclusi nella Tabella Ateco 28, e dunque a differenza della precedente Tremonti-ter l’incentivo è limitato alle acquisizioni di beni strumentali e non più ai cosiddetti beni di consumo anche se inseriti nella divisione 28 della Tabella (come chiarito anche dalle Entrate che hanno escluso dal beneficio per esempio i toner), la circolare n. 9/2015 chiarisce che l’agevolazione spetta anche per i cosiddetti materiali di ricambio.

Nelle precedenti versioni del bonus, i pezzi di ricambio erano stati ricompresi nel beneficio, ma senza darne precise motivazioni.

Ora, Assonime chiarisce che i pezzi di ricambio rilevano sicuramente ai fini dell’agevolazione se sono qualificabili come “dotazioni” o “componenti indispensabili” di beni complessi agevolabili, dato che in tal caso gli stessi sono da considerare non in funzione della loro natura oggettiva, ma in quanto partecipano ad un investimento considerato unitariamente.

Diverso è il caso in cui i pezzi di ricambio rientrano in ipotesi diverse, comunque sempre riconducibili nella categoria dei beni strumentali: sono beni inventariati, hanno una produttività ripetuta e sono beni che non devono entrare in funzione subito.

In tali circostanze, gli apparati o i pezzi costituiscono beni di uso durevole e devono essere impiegati come strumenti di produzione e magari vengono impiegati dalle imprese per effettuare eventuali interventi di manutenzione/sostituzione di pezzi non più funzionanti. In simili fattispecie, secondo Assonime rimane qualche dubbio circa la loro detassazione e per questo motivo sul punto si auspica un chiarimento ufficiale.
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