Stop della collaborazione dei consulenti del lavoro con l'Istituto di previdenza sociale.
La causa dell'irrigidimento della categoria professionale risiede nelle parole pronunciate dal presidente Inps, Tito Boeri, che ha sostenuto, durante la sua partecipazione al convegno di Confindustria a Treviso, come “il principale ostacolo alla digitalizzazione dell'istituto sono gli intermediari, in particolare i consulenti del lavoro, che costituiscono un costo per le aziende”.
Da qui l'invio di una lettera da parte del presidente dei consulenti del lavoro, Marina Calderone, a Boeri, in cui viene ricordato come con il lavoro svolto dai consulenti è possibile per l'Inps aggiornare mensilmente gli archivi di circa 1.300.000 aziende e di circa 7.000.000 di lavoratori.
Non solo: viene ribadito che i consulenti effettuano un lavoro di riallineamento negli archivi Inps, dove spesso, a causa della riorganizzazione dei flussi informatici, si creano disagi e non vengono forniti i risultati attesi.
In attesa di ricevere spiegazioni da Boeri, Calderone conclude che “da questo momento ci asterremo dal prendere parte a incontri operativi con dirigenti e i funzionari dell'Istituto e segnaleremo nelle sedi più idonee i malfunzionamenti e i disservizi che ne dovessero scaturire”.
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