Avvocati pessimisti, ma uniti, sulla riforma

Pubblicato il 16 marzo 2010
Nel corso della tavola rotonda conclusiva del V Congresso sulla formazione forense, è stata compiuta un'analisi sullo stato della riforma dell'ordinamento forense, in considerazione dei lunghi tempi del Parlamento per la relativa approvazione, delle revisioni al testo per come annunciate da parte del presidente del Senato, Renato Schifani, con riferimento alle norme sull’accesso e sulla continuità della professione, nonché dell'affermazione del Garante per la concorrenza, Antonio Catricalà, secondo cui la riforma messa a punto sarebbe talmente restrittiva da consentire la professione quasi esclusivamente ai parenti degli avvocati.

Gli avvocati, uniti più che mai sul testo messo a punto dalla commissione Giustizia, temono che la tanto anelata riforma non venga mai approvata: il prossimo 18 marzo se ne parlerà in aula al Senato ma gli auspici non sembrano essere dei migliori. Molto pessimista anche il presidente del Cnf, Guido Alpa, che sottolinea la criticità del momento “Come mai non c’è stata alcuna levata di scudi delle Autorità di garanzia contro le riforme delle altre professioni, come quella notarile e dei commercialisti? Come mai Bankitalia correla l’inefficienza della giustizia con il numero degli avvocati e la Banca mondiale degli investimenti fa lo stesso?”. L'avvocatura, in ogni caso, anche se consapevole che dovrà conciliare, si dichiara non disposta a cedere soprattutto con riferimento alle regole di accesso, alla formazione permanente, ai minimi tariffari inderogabili, alla pubblicità ispirata a una corretta informazione e al rispetto della professione, all'effettività e alla continuità dell'esercizio professionale come condizione di permanenza nell'Albo.
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