Le proposte di riforma del Codice di procedura penale presentate dall’Anm sono “contrarie a principi costituzionali, a Carte e Convenzioni Internazionali ed alla stessa ispirazione del codice accusatorio”.
E’ quanto commentato dalle Camere penali italiane dopo aver esaminato il documento approvato dall'Associazione nazionale magistrati di modifica del processo penale, citato dal presidente dell’Anm, Francesco Minisci, nel corso delle audizioni, alla Camera, del 12 novembre 2018.
Le osservazioni degli avvocati penalisti sul pacchetto di riforme dell’Anm sono state deliberate dalla Giunta dell’UCPI il 13 novembre 2018.
L’Unione delle camere penali, in particolare, ha ricapitolato i principali interventi promossi dai magistrati:
In definitiva, le Camere penali si sono mostrate decisamente contrarie al progetto dell’Anm, un progetto che – a loro dire – “esprime una idea del processo penale manifestamente in contrasto con la ratio ispiratrice dell’art. 111 della Costituzione”.
Senza contare la preoccupazione dell’Ucpi sulle tempistiche di questa iniziativa, presentata subito dopo l’improvvisa manifestazione da parte del Governo “di una estemporanea intenzione di avviare una riforma del codice di procedura penale”.
Per l’Ucpi, sarebbero ravvisabili “sinergie a dir poco allarmanti, ma soprattutto incompatibili con la pur manifestata intenzione di aprire “tavoli” di confronto e di costruttivo dialogo con l’avvocatura penale e con l’Accademia”.
Confermata, od ogni modo, la piena disponibilità dell’Unione “al confronto ed al dialogo, che si auspica venga finalmente corrisposta non solo negli annunci, ma nella concretezza degli atti, dei fatti e delle scelte adottate”.
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