Anche secondo la Corte d'appello di Palermo, gli avvocati non sono tenuti al pagamento di contributi in favore della Gestione separata INPS.
Una nuova pronuncia ha confermato l’indirizzo, ormai prevalente, della giurisprudenza di merito in ordine alla illegittimità dell’iscrizione, e della conseguente contribuzione, alla Gestione separata INPS per i legali che abbiano svolto attività il cui esercizio era subordinato all’iscrizione all’albo professionale, ma non anche alla Cassa Forense, e che abbiano versato a quest’ultima, in considerazione dell’entità dei relativi proventi, il solo contributo integrativo, ai sensi delle norme ordinamentali precedentemente vigenti.
E’, come detto, la Corte d’appello di Palermo, sezione Lavoro, ad averla resa nei giorni scorsi, pronunciandosi in favore dei legali in una cinquantina circa di ricorsi.
La notizia è stata accolta con grande soddisfazione dalla categoria e anche dall’Organismo Congressuale Forense che, anche di recente, si era speso in favore dei giovani avvocati rivolgendo un appello affinché l’INPS venisse invitato a interrompere la nuova operazione “Poseidone” azionata contro i legali.
Per l’OCF, è un importante passo, questo, “in quella battaglia che da mesi stiamo portando avanti per bloccare l’operazione Poseidone che rischia di mettere definitivamente in ginocchio migliaia di giovani colleghi, già in grosse difficoltà”.
L’Organismo, anche alla luce di questa nuova pronuncia, si augura che il nuovo ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, intervenga nella direzione più volte auspicata.
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