L’Organismo Congressuale Forense ha avviato una campagna social contro lo stop alla prescrizione contenuto nella riforma del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede.
“Sotto processo per sempre” è il titolo dell’ultima iniziativa organizzata dagli avvocati rispetto ad una normativa che ha destato, fin dall’inizio, moltissime perplessità tra gli addetti ai lavori.
Accettare la riforma – spiega Giovanni Malinconico, coordinatore dell’OCF, nella nota che informa della campagna – “significa non solo violare la costituzione, ma ammettere il fallimento del nostro sistema giudiziario”.
Secondo l’Organismo di rappresentanza politica dell’Avvocatura, sarebbe riduttivo pensare “solo agli effetti, seppur aberranti, che il maturare della prescrizione produce quando il processo si svolge nei confronti di imputati colpevoli”.
Per Malinconico, occorrerebbe riflettere anche a cosa accadrebbe agli innocenti “costretti a subire gli effetti devastanti di un giudizio destinato a non estinguersi mai”.
L’auspicio dell’OCF è che si intervenga sulla durata dei processi senza, però, compromettere il diritto alla giustizia.
“Non possiamo accettare” – conclude la nota – “che la demagogia guadagni spazio distruggendo secoli di cultura giuridica fondata su un principio millenario come in dubbio pro reo”. Riassumendo in una massima: “Meglio un colpevole assolto che un innocente in galera”.
Si ricorda che contro la riforma della prescrizione si è da poco conclusa l’iniziativa di sciopero e di contestuale maratona oratoria organizzata dagli avvocati penalisti dell’UCPI.
Alla maratona, durante la quale centinaia di avvocati da tutta Italia hanno raccontato all’opinione pubblica e ai cittadini la verità sulle cause della durata irragionevole dei processi, è intervenuto anche il presidente del CNF, Andrea Mascherin, il quale ha sottolineato di trovarsi d’accordo con la posizione delle Camere Penali “quando parlano di battaglia di civiltà, perché è inaccettabile essere imputati per un tempo indefinito”.
Mascherin si è poi rivolto alla politica, ribadendo la propria richiesta di rinviare l’entrata in vigore della riforma della prescrizione “per il periodo necessario a effettuare un monitoraggio appropriato sulla effettiva riduzione dei tempi del processo penale”.
"La politica” – ha sottolineato nel suo intervento il presidente del Consiglio Nazionale Forense – “sappia che siamo loro alleati, ma noi avvocati, essendo tecnici e frequentando ogni giorno le aule dei tribunali, sappiamo anche che cosa serve alla giustizia per migliorarne il suo funzionamento e siamo in grado di spiegare quali rischi si corrono se ci allontaniamo dalla via tracciata dai nostri padri costituenti”.
Nel frattempo, il ministro della Giustizia, sul tema della prescrizione, si è nuovamente espresso in sede di question time – tenuto l’11 dicembre 2019 alla Camera dei deputati – ripetendo la propria posizione: “gli effetti dello stop alla prescrizione si produrranno realisticamente tra alcuni anni. C’è tutto il tempo per portare a regime la riforma del processo penale e gli investimenti già partiti così da creare un sistema giustizia più efficiente e rapido”.
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