Il Consiglio Nazionale Forense ha espresso la propria soddisfazione in ordine alla recente giurisprudenza, favorevole agli avvocati, pronunciata rispetto alle pretese dell’INPS, gestione separata, avanzate con la cosiddetta "Operazione Poseidone".
Lo ha fatto attraverso il proprio consigliere, Vito Vannucci, secondo il quale “il dato sociale è che a fare le spese di questa operazione sono colleghi con livelli di reddito molto bassi, cui sono stati richiesti esborsi anche molto significativi”.
Ora, sul fronte della giurisprudenza, “servirà una pronuncia di Cassazione che faccia chiarezza” anche se - ha continuato il consigliere – “la questione a livello normativo ha ricevuto una parziale soluzione grazie alla legge che consente il cumulo gratuito di ogni contributo pensionistico, con la possibilità dunque di cumulare gli eventuali contributi chiesti dall’Inps con quelli di Cassa forense”.
Nel frattempo, iniziano a circolare i dispositivi di alcune delle ultime pronunce di gravame, compresi quelli della Corte d’appello di Palermo del 31 maggio 2018 e della Corte d'appello di Genova del 23 maggio 2018, rese in accoglimento delle ragioni degli avvocati raggiunti dalle richieste dell’INPS.
Alcuni di questi sono stati diffusi dall’Organismo Congressuale Forense, che, con nota del 6 giugno 2018, ne a sottolineato l’importanza in quella che è stata definita una “battaglia che da mesi stiamo portando avanti per bloccare l’operazione Poseidone che rischia di mettere definitivamente in ginocchio migliaia di giovani colleghi, già in grosse difficoltà”.
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