Estorsione e autoriciclaggio per il datore di lavoro che, approfittando della situazione del mercato, costringe i lavoratori, minacciandoli di licenziamento, di accettare compensi lavorativi più bassi di quelli concordati.
Questo è il contenuto della sentenza n. 25979, del 7 giugno 2018, emanata dalla Corte di cassazione.
Con la detta pronuncia è stato affermato che:
Infatti, per quanto attiene all’autoriciclaggio, l’articolo 648ter.1 del Codice penale punisce le attività d’impiego, sostituzione e trasferimento di beni o altre utilità poste in essere dallo stesso autore del delitto presupposto che ostacolano la ricostruzione della matrice illegale.
Vale, quindi, a provare la sussistenza del reato la condotta dotata di particolare capacità dissimulatoria ossia la volontà dell’autore di attuare un impiego finalizzato ad occultare l’origine illecita del denaro.
Ai sensi dell'individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei dati personali - Regolamento (UE) n.2016/679 (GDPR)
Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei "social plugin".