Asp, fatture con imposta di bollo
Pubblicato il 01 luglio 2014
Le fatture emesse dalle
aziende pubbliche di servizi alla persona (Asp) agli utenti delle case di riposto per l’addebito dei
corrispettivi delle rette, se non scontano l’Iva,
non possono essere considerate
esenti dall’imposta di bollo.
Pertanto, se l’importo addebitato supera i
77,47 euro, le fatture scontano l’imposta di bollo di
2 euro e non beneficiano del’esenzione prevista per gli atti del procedimento di riscossione di entrate tributarie ed extra-tributarie dei soggetti pubblici.
Il chiarimento giunge dall’Agenzia delle Entrate –
risoluzione n. 67 del 30 giugno 2014 – che specifica che le suddette fatture devono essere considerate analogamente ai documenti emessi a fronte di corrispettivi per prestazioni rese nell’esercizio di attività d’impresa e in quanto tali non considerati come
documenti prodotti nell’ambito di procedimenti di riscossione.
Vale, dunque, lo stesso chiarimento già reso nella risoluzione n.
98/2001 per le fatture rilasciate dai Comuni in relazione ai vari servizi prestati, secondo cui l’esenzione dall’imposta di bollo valida per le fatture riguardanti il pagamento di corrispettivi di operazioni soggette ad Iva non può essere estesa anche al caso di corrispettivi esenti dall’Imposta sul valore aggiunto.