Si è svolta ieri 5 febbraio, a Palazzo Spada, la cerimonia di inaugurazione del nuovo anno giudiziario presso il Consiglio di stato, alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e delle più alte cariche dello Stato.
I lavori si sono aperti con la presentazione della “Relazione sull’attività della Giustizia Amministrativa” per il 2019 da parte del presidente del Consiglio di Stato, Filippo Patroni Griffi.
Durante il suo intervento, il presidente del Collegio amministrativo ha fatto presente che, nello scorso anno, sono stati decisi ben 8.920 appelli, con un abbattimento dell’arretrato pari all’8% (a fronte di un abbattimento del 2% relativo al precedente anno)
Importante risultato, questo, che Patroni Griffi imputa a diversi fattori, in primis alla trasformazione della seconda sezione del Consiglio di stato da consultiva a giurisdizionale, al proseguimento del piano straordinario per la riduzione delle pendenze promosso dal Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa, al rilevante ausilio dell'ufficio del processo e all'impegno e alla competenza dei giudici e del personale amministrativo.
Il presidente del CdS ha anche ringraziato il Governo per l'aumento dell'organico dei magistrati, per l'istituzione di nuove sezioni in Consiglio di Stato e al Tar Lazio, e anche per l'assunzione di personale dirigenziale.
Dopo la relazione sull’attività della Giustizia Amministrativa, si sono susseguiti, per la prima volta, gli interventi dell’Avvocato Generale dello Stato, Gabriella Palmieri Sandulli, e del Presidente del Consiglio Nazionale Forense, Andrea Mascherin.
Il rappresentante del CNF, in particolare, ha ringraziato per il coinvolgimento dell’Avvocatura all’evento, sottolineando che la giurisdizione amministrativa “è più che mai un ambito di garanzia per il cittadino, trattando la stessa il rapporto libertà/Autorità, e una funzione così delicata non può subire condizionamenti o interferenze dall’esterno, ma bensì va rafforzata da un bilanciamento tecnico e di qualità a opera dell’avvocato”.
Per Mascherin, il ruolo complementare di avvocati e magistrati è quello di difendere i confini della giurisdizione - dallo stesso indicata, con una metafora, come “l’ecosistema dei diritti” - e ciò assicurando il rispetto i tutti i diritti e i doveri che nascono dal contratto Stato-Cittadino.
La giurisdizione amministrativa - ha poi continuato - deve anche difendersi “da una legislazione caotica, confusa e confondente, con il paradosso che l’attività della difesa e la decisione del giudice rischiano di essere considerate, nell’immaginario collettivo, come veri e propri freni alla economia, alla libera iniziativa imprenditoriale, agli investimenti”.
Da qui la considerazione che, attualmente, lo Stato “tende sadicamente a produrre un alluvione di norme inutili, quando non dannose, in cui il contratto pare presupporre sfiducia e sospetto verso il cittadino, (che va pertanto controllato attraverso una asfissiante burocrazia), in cui si moltiplicano Autorità, regolamenti, linee guida, sanzioni applicate al di fuori di ogni contradditorio”.
E’ quanto mai necessaria, quindi, una giustizia amministrativa che, per quanto in suo potere, provi a riequilibrare “l’ecosistema” attraverso una “saggia giurisprudenza”, che semplifichi l’interpretazione e l’applicazione delle leggi, anche attraverso la funzione consultiva che le spetta.
Per finire, il presidente Mascherin ha ricordato la collaborazione esistente fra Avvocatura e Consiglio di Stato rispetto alle problematiche tecniche e allo sviluppo del processo amministrativo telematico.
“Molti” - conclude il rappresentante degli avvocati - “sono i campi in cui la concreta sinergia potrà portare a migliorare l’efficienza del processo e le garanzie per il cittadino”.
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