Il 27 gennaio partirà la diciannovesima edizione del convegno de “L’esperto risponde” (Telefisco), in cui gli esperti de Il Sole 24 ORE e dell'agenzia delle Entrate illustreranno le principali novità previste dalle manovre fiscali per il 2010.
Tra i temi trattati, posto di rilevo sarà dato al nuovo sistema di fatturazione Iva dei servizi resi a soggetti residenti nella Ue. È di venerdì 22 gennaio, il Consiglio dei Ministri che ha approvato il decreto legislativo di attuazione in Italia del pacchetto di direttive in materia di Iva, che ora attende di essere pubblicato in “Gazzetta Ufficiale”. Anche se l’ufficializzazione sta per arrivare – seppure in un secondo momento rispetto alla data di entrata in vigore del cosiddetto “Vat package” (01/01/2010) e i chiarimenti forniti dall’agenzia delle Entrate, che appunto hanno fissato ufficialmente la data di partenza del nuovo regime all’inizio dell’anno – restano ancora alcune lacune nella disciplina che impone l’obbligo di emettere fattura per le prestazioni di servizi non rilevanti ai fini Iva in Italia quando le stesse sono rese nei confronti di committenti soggetti passivi di imposta identificati in un altro Stato comunitario.
Gli esperti che parteciperanno a Telefisco si apprestano a sciogliere tutti gli ultimi dubbi, dato che i nuovi obblighi sono di fatto già in vigore.
I primi chiarimenti riguarderanno soprattutto la corretta individuazione dello status di committente estero. La nuova regola generale impone che il luogo di tassazione dipende dal fatto che il cliente sia o non sia un soggetto passivo. Difficoltà, quindi, si incontreranno soprattutto nello stabilire lo status di committente nel paese dove il soggetto è stabilito, per giustificare il non assoggettamento a Iva di un determinato servizio reso. Per i soggetti che risiedono all’interno della Comunità europea potrebbe essere sufficiente acquisire il numero di identificazione Iva e verificare la sua correttezza tramite il sistema Vies o in base ad una certificazione fornita dall’autorità fiscale estera. Rintracciare la prova di soggetto passivo di un cliente stabilito fuori dalla Ue è, invece, sicuramente più difficile. In tal caso, o ci si affida alla buona fede del prestatore oppure è necessario avere una conferma “indiretta” attraverso alcuni requisiti:
- certificato emesso dalle autorità fiscali del cliente;
- numero identificativo simile all’Iva, attribuito al cliente del Paese in cui è stabilito;
- richiesta o conferma d’ordine del cliente contenente indirizzo dell’attività e numero di registrazione e, infine, prova dell’esercizio di un’attività economica ricavata dal sito internet del cliente.
Altro punto su cui soffermarsi è quello relativo all’emissione di autofattura per l’acquisto di beni da parte di operatori italiani nei confronti di soggetti non residenti identificati o con rappresentate fiscale in Italia.
Il tema dell’Iva sarà trattato anche con riguardo alle nuove regole sulle compensazioni dei crediti, anch’esse in vigore da gennaio 2010. Poi saranno affrontati anche altri argomenti, come per esempio:
- la rivalutazione dei terreni riproposta dalla Finanziaria 2010;
- la riapertura dei termini per la regolarizzazione delle attività detenute all’estero (scudo quater);
- i nuovi poteri del Fisco nell’azione di accertamento e nelle misure antiriciclaggio.
E ancora, il bonus sulle ricapitalizzazioni delle imprese, la stretta sulle regole per le controllate estere e l’agevolazione Tremonti-ter.
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