Il Consiglio di Stato, con decreto n. 40 del 25 maggio 2015, ha stabilito il limite massimo di 30 pagine per i ricorsi amministrativi e le memorie difensive, aumentabile fino a 50, in caso di controversie particolarmente complesse o attinenti ad interessi sostanziali di particolare rilievo, anche da un punto di vista economico.
Il superamento delle 50 pagine è poi previsto solo in ipotesi di eccezionale e straordinaria rilevanza della questione, tale da non consentire, se non sacrificando la tutela, il rispetto dei limiti.dimensionali suddetti.
L'aumento delle pagine rispetto al consentito, deve essere autorizzato – entro tre giorni dalla presentazione dell'atto – mediante decreto del giudice in calce all'atto medesimo.
Le disposizioni in questione sono state aspramente criticate dall'Associazione Nazionale Avvocati Italiani, la quale ha parlato di normativa illegittima, con cui il legislatore ha inteso rimediare alle disfunzioni del sistema giustizia, tramite prescrizioni irrazionali ed ingiustificate, che consentono di censurare un avvocato – con conseguente menomazione del diritto alla difesa – sulla base di criteri del tutto aleatori e discerzionali.
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