Alleanze per i legali italiani
Pubblicato il 21 ottobre 2008
Nella classifica redatta dal Financial Times sulle 50 realtà legali più innovative non è presente alcuno studio italiano. Gli avvocati italiani, per contro, difendono il proprio prestigio e la loro concorrenzialità illustrando le loro strategie di competizione sul mercato estero; Francesco Gianni, tra i fondatori di Gianni-Origoni-Grippo, spiega che il suo gruppo, pur rimanendo italiano, ha scelto di seguire all'estero i propri clienti legandosi a studi locali accuratamente selezionati. In questo modo, abbassando i costi, è sempre elevata la qualità dei servizi. Tale strategia è seguita anche dallo studio legale tributario Pirola-Pennuto-Zei, integrato recentemente con Agnoli-Bernardi, strategia rafforzata con l'apertura di propri uffici dove è più assidua l'attività dei clienti. Andrea Carta Mantiglia, partner di Bonelli-Erede-Pappalardo spiega come sia frequente il confronto con le altre realtà giuridiche e come, talvolta, sia stato il proprio gruppo a sperimentare nuovi strumenti che poi si sono diffusi nelle altre giurisdizioni. Alberto Semeria, manager partner delle sedi italiane della Baker & McKenzie, in Italia dal 1962, spiega come la struttura di cui fa parte, da sempre improntata alla internazionalizzazione con ramificazioni dirette in tutti i Paesi, sia sostanzialmente unitaria e caratterizzata da un forte accentramento che permette di condividere, in tempo reale, sia la piattaforma informatica sia le best practice messe a punto dal gruppo.