AIGA, ANF e MF al Guardasigilli: stop alla riforma del processo penale

Pubblicato il 05 maggio 2017

L’Associazione italiana giovani avvocati, unitamente all’Associazione nazionale forense e a Movimento forense, a mezzo dei propri presidenti, hanno messo a punto un deliberato congiunto, datato 2 maggio 2017, con cui le istituzioni politiche, nella persona del ministro della Giustizia, Andrea Orlando, vengono invitate a procedere con l’interruzione immediata dell’iter di approvazione del Disegno di legge di riforma del processo penale.

Questo, “alla luce dell’unanime, autorevole e determinato grido di protesta levato dai protagonisti della tavola rotonda di Brindisi, che rappresentano – nella loro totalità – i più rappresentativi studiosi ed operatori del diritto”.

Tavola rotonda di Brindisi

Le associazioni si riferiscono all’iniziativa tenuta a Brindisi, il 28 aprile 2017, sul tema "La riforma della giustizia penale. Avvocatura magistratura e accademia in difesa del giusto processo", organizzata in collaborazione con LAP.E.C., OCF e con il patrocinio del Consiglio nazionale forense e a cui hanno partecipato i rappresentanti istituzionali e associativi del mondo dell’Avvocatura, della Magistratura e dell’Università.

Durante l’incontro, è stato avviato un confronto sul testo del disegno di legge di riforma, nel corso del quale sono state segnalate molteplici criticità, condivise da tutti i partecipanti, sia sotto il profilo del metodo, sia con riferimento a diversi aspetti sostanziali.

Ad eccezione delle modifiche relative all’ordinamento penitenziario, ritenute meritevoli di approvazione, sono stati censurati, anche se in diversa misura, quasi tutti i settori dell’intervento, tra i quali quelli riguardanti la disciplina dell’avocazione, della prescrizione, del processo a distanza, del rito abbreviato, delle norme in materia di impugnazione.

Fortemente evidenziata dall’AIGA, ANF, MF e tutta l’Avvocatura, la contrarietà della riforma ai principi del giusto processo e ai diritti fondamentali dell'imputato.

Lamentato – si legge nel deliberato - da tutti i componenti della tavola rotonda anche il mancato intervento “su numerosi aspetti fondamentali, pur meritevoli di riflessione e revisione”, quali, tra gli altri, il sistema delle confische e lo strumento investigativo dei cosiddetti captatori informatici.

Da censurare, infine, anche “l'inefficacia in concreto degli aumenti di pena previsti per alcune tipologie di reato, inidonei a sortire un effetto realmente deterrente”.

Il testo del disegno di legge in esame, si ricorda, è già stato approvato, con lo strumento della fiducia, presso l’aula del Senato il 15 marzo 2017, e si appresta ad essere sottoposto all'altro ramo del Parlamento. Contro lo stesso, gli avvocati penalisti si sono da subito mobilitati proclamando anche iniziative di sciopero al fine di scongiurare l'ipotesi del metodo di fiducia anche presso la Camera.

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