Adozione. Onorari del difensore di irreperibile a carico dell’Erario

Pubblicato il 03 giugno 2019

Corte costituzionale: anche nei processi di adozione, lo Stato deve pagare gli onorari del difensore d’ufficio del genitore irreperibile.

Parziale illegittimità costituzionale dell’art. 143 del TU sulle spese di giustizia

La Consulta ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 143, comma 1, del DPR n. 115/2002 (Testo unico in materia di spese di giustizia), nella parte in cui non prevede che siano anticipati dall’Erario gli onorari e le spese spettanti al difensore d’ufficio di genitore irreperibile nei processi per l’affidamento e l’adozione dei minori.

Ai sensi della disposizione censurata, in particolare, il difensore di ufficio di una delle parti, nei detti processi, non avrebbe diritto ad ottenere il pagamento degli onorari spettantigli per l’attività svolta, ove la parte assistita sia, di fatto, irreperibile, in considerazione dell’impossibilità, per detto difensore, di ricevere eventualmente nomina fiduciaria, nonché di comprovare i titoli economici che consentono l’ammissione al patrocinio a spese dello Stato.

La Corte costituzionale, con sentenza n. 135 del 31 maggio 2019, ha ritenuto fondata la questione sollevata dal Tribunale per i minorenni di Bari, e ciò in riferimento ai profili di violazione dell’articolo 3 della Costituzione.

Disparità di trattamento tra processi di adozione e procedimenti penali

L’organo rimettente aveva denunciato, nel dettaglio, una disparità di trattamento rispetto alla situazione del difensore di ufficio di irreperibile nominato nell’ambito del procedimento penale, in favore del quale il diritto a tale liquidazione è, invece, espressamente previsto.

Una disparità di trattamento che - a detta dei giudici costituzionali - sarebbe ancor più ingiustificata alla luce dell’esistenza di significativi profili di omogeneità tra i due modelli di processo, in relazione, sia alla natura degli interessi in gioco, sia al ruolo del difensore chiamato ad apprestarvi tutela.

Per la Corte, infatti, la ratio della difesa nei processi di adottabilità è quella “di dare la massima protezione ai diritti dei minori e dei loro genitori” per evitare che l’eventuale debolezza sociale di tali soggetti influisca negativamente nel procedimento.

Nei processi di adozione, inoltre, si giudicano condotte che possono anche integrare parallele ipotesi di reato, e che possono condurre ad esiti pure più dolorosi di quelli penali.

Il tutto senza considerare che la mancata previsione della liquidabilità, a carico dell’erario, degli onorari spettanti al difensore d’ufficio dell’irreperibile nei processi di adottabilità non sarebbe “frutto di una scelta definitiva del legislatore del 2002”, bensì “solo conseguenza dell’inerzia del legislatore successivo: inerzia protratta da quella lontana data a tutt’oggi”.

Da qui la declaratoria di parziale illegittimità costituzionale della norma.

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