Il sottosegretario all’economia, Massimo Bitonci, al termine di un tavolo tecnico istituito per superare “le criticità relative alla concomitanza delle scadenze fiscali, come lamentato in questi giorni da molti operatori del settore”, ha annunciato che il termine per le scadenze del primo trimestre 2019 dell’esterometro e del secondo trimestre 2018 dello spesometro è stato prorogato al 30 aprile 2019.
La finalità della proroga è quella di evitare sovrapposizioni tra comunicazioni Iva, fatturazione elettronica e spesometro, al fine di dare “maggior respiro e tranquillità nelle operazioni agli addetti”.
Praticamente, grazie a tale slittamento al 30 aprile, professionisti e imprese avranno due mesi di tempo in più rispetto alla scadenza attualmente fissata al 28 febbraio per effettuare i citati due adempimenti.
L’Associazione dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili e l’Associazione Nazionale Commercialisti, con un comunicato congiunto, registrano con favore la decisione di prorogare le scadenze di esterometro e spesometro al 30 aprile, ritenendolo un segnale importante, che viene accolto con soddisfazione, anche se però ricordano che “i nodi da sciogliere sono ancora tanti e tante le difficoltà che la categoria sta affrontando, tra cui le prossime liquidazioni periodiche che scadono il 18 di questo mese”.
Per i sindacati confederati il problema rimane l’estrema complessità delle procedure e il coordinamento tra il sistema di interscambio e le piattaforme dei gestionali.
Evidenziano, infatti, che le frequenti anomalie che si registrano allo stato attuale provocano ritardi negli esiti delle fatture emesse, che rimangono, ben oltre i cinque giorni di tolleranza, nello stato di attesa dell’esito. Questo comporta un notevole danno per coloro che devono usufruire delle detrazioni IVA e che, in molti casi, hanno già provveduto ai pagamenti delle fatture e al ricevimento della copia di cortesia, ma che non hanno ancora visto il documento sullo SDI.
Da tutto ciò deriva la conseguente impossibilità di recuperare il dovuto nei termini della liquidazione, con il relativo danno per il contribuente, che si vede costretto ad affrontare un esborso non dovuto, con il versamento di un’IVA periodica maggiore, rischiando così difficoltà finanziarie.
ADC e ANC restano, ora, in attesa di un provvedimento ufficiale per dare certezza alla categoria.
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