ABI-Categorie produttive, raggiunto l’accordo sul credito 2015

Pubblicato il 02 aprile 2015 È stato raggiunto, dopo un lungo dialogo, l’accordo sul cosiddetto credit crunch tra l’Abi e l’Associazioni delle Imprese e l’Associazioni dei consumatori.

In effetti, due sono le intese che sono state firmate e che vanno a completare il complesso quadro delle misure pensate per venire incontro alle specifiche esigenze di famiglie e imprese.

Soddisfazione è stata espressa dal Ministero dell’Economia per queste due nuove misure, che sono rivolte rispettivamente una alle famiglie (Intesa per i consumatori) e l’altra alle imprese (Accordo per il credito) e che si pongono in stretta sinergia con gli altri strumenti già attivati dallo Stato in materia.

Famiglie

L'accordo per la nuova moratoria delle famiglie, sottoscritto dalle associazioni dei consumatori, consente la sospensione fino a 12 mesi della sola quota capitale per i crediti al consumo di durata superiore a 24 mesi e per i mutui garantiti da ipoteca su abitazione principale.

Tale agevolazione è rivolta a coloro che non possiedono i requisiti per usufruire del Fondo di solidarietà già attivo presso il Mef.

L’intesa accoglie solo parzialmente le indicazioni previste dalla legge di Stabilità 2015, che fa riferimento ad una sospensione totale del “pagamento della quota capitale delle rate per gli anni dal 2015 al 2017”.

Tuttavia, essa prevede una novità rispetto alle misure già presenti, ossia la possibilità che a richiedere la sospensione, anche per i mutui garantiti da ipoteca su abitazione principale, siano anche persone in difficoltà per la sospensione del lavoro o interessate da ammortizzatori sociali, che fanno registrare ritardi di pagamento fino a 90 giorni, a cui si aggiungono le categorie già previste dal Fondo Gasparrini, quali: i casi di cessazione del posto di lavoro (ad eccezione di risoluzioni consensuali o licenziamenti per giusta causa), morte o grave infortunio.

Imprese

L’Accordo per il credito alle imprese prevede tre iniziative specifiche per la sospensione e allungamento dei finanziamenti; per il finanziamento dei progetti imprenditoriali di investimento ed il rafforzamento della struttura patrimoniale delle imprese e per lo smobilizzo dei crediti vantati dalle imprese nei confronti della PA.

Per quanto riguarda gli investimenti e i debiti Pa si prevedono due distinti plafond per ognuno dei quali sono stati messi a disposizione 10 miliardi di euro.

Così, da una parte arriva dalle banche l'anticipo del rimborso dei crediti fiscali per le imprese che vantando un credito nei confronti dell'Erario, ma si trovano in crisi di liquidità. Infatti, le imprese in difficoltà, ma in possesso della certificazione del credito, potranno richiedere alle banche quanto esse aspettano dal Fisco.

Le imprese che si trovano in una situazione di difficoltà, non esagerata, potranno invece richiedere la sospensione della quota capitale delle rate dei mutui oppure richiedere di allungare il tempo dei mutui e le scadenze del credito a breve termine e del credito agrario (a 9 mesi).
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