La sperimentazione del voucher per le prestazioni accessorie per ora è rimasta sulla carta. Il test di fattibilità infatti non ha avuto esito positivo in nessuna delle dieci aree individuate dal decreto del Ministero del Lavoro del 30 settembre 2005. Le ipotesi di apertura a tutto campo per combattere l’occupazione sommersa si sono scontrate con diverse lacune normative, prima tra tutte la mancanza di un accordo sul premio Inail. Di fronte al flop della sperimentazione, si sta ora verificando la fattibilità con il comparto del lavoro domestico, un settore in cui, per il capo della segreteria tecnica del ministro del Lavoro, Giovanni Battafarano, il buono potrebbe funzionare bene. Rispetto a questa ipotesi sono d’accordo anche Claudio Treves, responsabile Politiche attive del lavoro della Cgil, e Rina Fringuelli, presidente di Domina, il sindacato dei datori di lavoro domestico. Secondo il voucher potrebbe essere un’opportunità per semplificare e mettere in regola chi presta un’opera per poco tempo e, per quanto riguarda la parte organizzativa, il rilascio e la riscossione dei voucher potrebbero essere gestiti dagli Enti bilaterali, che rappresenterebbero in modo equidistante le parti coinvolte.
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