Verbali di polizia: il discrimine tra percezioni statiche e percezioni dinamiche
Pubblicato il 28 luglio 2009
Le Sezioni unite di Cassazione, con sentenza n. 17355 del 24 luglio 2009, sono intervenute per precisare la portata probatoria delle attestazioni degli agenti di Polizia contenute nei verbali di accertamento, indicando, in particolare, le procedure per contestare efficacemente la parola dei verbalizzanti quando questa faccia riferimento a valutazioni o apprezzamenti personali. I giudici si soffermano sulle percezioni degli agenti distinguendo quelle dinamiche (nel caso, ad esempio, di oggetti in movimento) e quelle statiche (quali il rilevamento del numero di una targa, il superamento di un semaforo rosso o, come nel caso di specie, il rilievo del non utilizzo delle cinture di sicurezza). Nel primo caso, poiché lo stimolo a cui vengono sottoposti gli agenti è così repentino da non poter essere controllato, il relativo apprezzamento, contenuto nel verbale di accertamento, può essere utilmente contestato anche in sede di opposizione alla sanzione; poiché, invece, con riferimento alle percezioni statiche, non vi sono margini per un apprezzamento personale, ne deriva per queste una sorta di presunzione di verità, per cui il verbale che le contiene potrà essere contestato solo tramite querela di falso.
Eleonora Pergolari