Depositata ieri, la sentenza della Suprema Corte numero 3057 si sofferma sulla portata dell’articolo 10 del Dlgs 74/2000, che ha riscritto la disciplina penal-tributaria. L’impossibilità di ricostruire l’ammontare dei redditi o il volume d’affari – elementi che incidono direttamente sull’interesse protetto dalla norma penale, che è la trasparenza fiscale del contribuente – non costituisce semplicemente una condizione di punibilità, ma una parte essenziale del reato di condotta fraudolenta. Perciò, la tutela della trasparenza fiscale passa anche attraverso il dovere di non sottrarre all’accertamento scritture e documenti obbligatori e di non distruggerli anche solo parzialmente per impedire la ricostruzione anche solo di una parte della gestione economica del contribuente.
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