Dall’Area Press del sito internet del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti contabili la conferma dell'imminente sciopero della categoria, se necessario ad oltranza.
Anche azioni di disubbidienza rispetto alle scadenze di settembre.
Era nell’aria. La scelta annunciata dai sindacati dei commercialisti in conferenza stampa ieri, viene sostenuta “con forza” dal presidente Miani, che dice: “La nostra azione è improntata alla responsabilità e al dialogo costante con la politica e con l’Amministrazione finanziaria, nell’interesse superiore del Paese. Ma se il Governo si mostra del tutto sordo alle ragionevoli richieste che avanziamo, ci vediamo costretti a chiamare la categoria alla mobilitazione e a forme di protesta forti”.
Forti perché l’impegno “responsabile” dei commercialisti al fianco delle imprese e dei cittadini “merita rispetto” che il mondo politico nega loro.
Per la scelta “incredibile” di confermare le scadenze di fine luglio, le partite IVA subiscono un “duro colpo, che dimostra un’imperdonabile disattenzione” verso le loro esigenze.
Il tessuto produttivo italiano - con esso la categoria, “oberata di lavoro” - è sfiancato dalla crisi di liquidità. La sua richiesta di rinvio degli adempimenti del 20 luglio scorso è rimasta colpevolmente inascoltata.
Sciopero, dunque. A settembre. Le sigle sindacali ADC – AIDC – ANC – ANDOC – FIDDOC – SIC – UNAGRACO – UNGDCEC – UNICO, dichiarano di voler dare voce “al disagio di professionisti ed imprese, chiamati ad uno straordinario impegno in occasione delle molteplici scadenze tributarie che si concentrano in questi giorni. Impegno che si somma ad un periodo non certo lieve, denso di provvedimenti straordinari, il cui iter legislativo è stato spesso caratterizzato da incertezze letterali ed applicative, nonché di effettiva portata e copertura. Un quadro caotico in cui i commercialisti hanno, come di consueto, agito come mediatori tra il legislatore ed il cittadino”.
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