La Svizzera, in ottemperanza della roadmap sottoscritta il 23 febbraio 2015, sta collaborando con l’agenzia delle Entrate per individuare chi non ha aderito alla voluntary disclosure relativamente alle attività elvetiche fra il 2015 e il 2017 non dichiarate.
In virtù dell’accordo firmato il 2 marzo 2017, la Svizzera dovrà rispondere anche alle richieste di gruppo (per contribuenti non individuati singolarmente perché ignoti al fisco italiano ma accomunate da un definito schema di comportamento perverso, il c.d. “recalcitrant account holder”).
In tal modo potranno emergere i falsi trasferimenti di residenza e chi, tra la firma del protocollo e l’operatività dello scambio automatico di informazione (dal 2017), ha trasferito altrove i conti che aveva in Svizzera, per evitare di aderire alla procedura di collaborazione volontaria.
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