Sull’Irap il rischio di effetti “confiscatori”

Pubblicato il 11 marzo 2008 Si svolgerà domani, presso la Corte costituzionale, il dibattimento sugli ulteriori profili di illegittimità della disciplina dell’Irap e delle imposte reddituali. Grava sull’Irap italiana il rischio di effetti “confiscatori” dell’intero reddito. Nel vigente sistema, il cumulo di Irap e imposte sui redditi provoca frequentemente l’effetto di prelievo di somme superiori al reddito assoggettato a imposizione, sia per la natura anche di imposta patrimoniale dell’Irap che, soprattutto, a causa della indeducibilità dell’Irap dall’imponibile soggetto alla tassazione reddituale. A dimostrare che l’intreccio Irap-imposte sui redditi può comportare una tassazione complessiva di tale entità da superare l’ammontare del reddito della “organizzazione produttiva” riferibile al soggetto passivo d’imposta, è la fattispecie rappresentata dall’ordinanza numero 362/2006 della Ctp di Chieti (e sottoposta alla Corte Costituzionale), da cui si ricava che a fronte di un reddito di 23.195 euro, l’imposta dovuta è di 60.485 euro. L’effetto confiscatorio dipende, naturalmente, da più fattori. Ma può verificarsi con frequenza, senza che siano stati previsti strumenti o espedienti per evitarlo o porvi rimedio.
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