La riforma del diritto fallimentare è stata finalmente approvata, ieri, dal Consiglio dei ministri. Il relativo decreto legislativo, in vigore tra sei mesi, accresce il numero degli imprenditori esclusi dalla procedura fallimentare. Esso rende pure più lievi le sanzioni personali e dà la possibilità di liberarsi dal peso dei debiti residui al termine della procedura stessa. Una manovra, insomma, di salvaguardia delle componenti positive d'impresa.
Le norme sull'arbitrato sono alla loro terza riforma in 22 anni. L'attuale è, infatti, preceduta da quella del 1994 e, prima ancora, da quella del 1983. con il "solito" obiettivo di potenziare i sistemi alternativi di risoluzione delle controversie, alleggerendo così il carico della giustizia ordinaria.
Non viene, per il momento, rinviata l'entrata in vigore delle neonate regole sul processo civile, per le quali va rispettato il termine del 1° gennaio 2006.
Il regista del riordino, Michele Vietti, annuncia che la riforma, che definisce "vera, ampia e innovativa", potrebbe avere ancora bisogno di ritocchi.
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