La Gran Camera dei ricorsi dell'Ufficio europeo dei brevetti di Monaco, con una decisione sul caso “Warf” (G2/06), si è pronunciata sul discusso tema della brevettabilità degli embrioni umani, statuendo che, poiché l'embrione costituisce l'inizio di una vita umana, non può, in quanto tale, essere annientato. Conseguentemente, non si possono brevettare prodotti ottenibili con un uso degli embrioni umani che ne provochi la distruzione o la manipolazione. E' infatti negata la brevettabilità delle invenzioni la cui attuazione sia contraria all'ordine pubblico o al buon costume come la clonazione degli esserei umani o la modificazione della loro genetica, nonché l'uso degli embrioni umani per finalità industriali o commerciali. Unica possibile apertura concerne la ricerca sugli embrioni che sia finalizzata a scopi terapeutici o diagnostici, per l'utilità degli embrioni stessi.
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