– sentenza 17229 del 28 luglio 2006 – chiarisce, attraverso la conferma dei limiti nell’applicazione dello strumento di controllo rappresentato dagli studi di settore, la portata dell’automatismo accertativo, ritenendo priva di pregio la doglianza dell’Amministrazione finanziaria ricorrente laddove essa, nel ribadire la validità delle presunzioni, s’è limitata a riaffermare che gli studi utilizzati riguarderebbero la specifica realtà nella quale si inserisce l’azienda. , per nulla d’accordo, ha invece affermato che gli studi, in quanto aventi “natura di atti amministrativi generali di organizzazione” non possono essere considerati sufficienti a che l’ufficio operi l’accertamento senza che l’attività istruttoria amministrativa sia completata nel rispetto del principio generale del giusto procedimento. A che, cioè, al contribuente sia consentito, ancor prima di adire il giudice tributario, vincere la “mera praesumptio hominis” rappresentata dagli studi.
Ai sensi dell'individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei dati personali - Regolamento (UE) n.2016/679 (GDPR)
Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei "social plugin".