Non dissipa i dubbi degli operatori l’apertura offerta dalle Entrate con la circolare 31 del 22 maggio scorso sugli studi di settore. In particolare, viene messa in evidenza la preoccupazione sulla gestione del contraddittorio da parte degli uffici locali. A tal proposito, è attesa un’ulteriore circolare che sembra recepisca le osservazioni che sono emerse in questi giorni ad esempio in merito agli indicatori che risultano “grossolani” in quanto costruiti per studio e non per gruppi omogenei. Il rischio è che a fare le spese della congruità sia chi è in situazione critica e non chi effettivamente dovrebbe essere colpito.
Dalla circolare 31 dell’Agenzia, intanto, si desume che il contribuente è tenuto ai nuovi obblighi dichiarativi per gli studi di settore solo quando deve presentare il modello Unico 2007, quando si utilizzano i vecchi modelli si devono seguire le vecchie regole, per cui non si devono applicare i nuovi adempimenti.
Esprimono il loro dissenso verso le continue novità fiscali i commercialisti che lanciano accuse pesanti all’Amministrazione finanziaria. I Consigli nazionali di Dottori e ragionieri avvertono che non ne possono più dei “provvedimenti frettolosi, tecnicamente sbagliati e controproducenti” e per questo hanno iniziato una campagna pubblicitaria sui principali quotidiani che annuncia l’abbandono del tavolo tecnico.
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