La contestazione del Fisco per chi è in regola con gli studi di settore potrà scattare solo quando la differenza tra i ricavi indicati dagli studi e quelli accertati supererà effettivamente quota 40 per cento. Lo prevede un emendamento dell’Esecutivo alla Finanziaria, approvato dalla commissione Bilancio del Senato. Che dà anche il via libera ad un correttivo del relatore sull’alleggerimento delle sanzioni per i Caf e i commercialisti che commettono errori formali nella dichiarazione dei redditi. Dal testo dell’emendamento emerge che gli studi non perdono gli automatismi, ma viene introdotta una franchigia per eventuali ulteriori accertamenti.
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